Sicuramente i MacBook Pro sono necessari per la loro potenza e per la portabilità in quanto sono dispositivi che accomunano efficienza e portabilità in un'unica macchina elegantissima. Il discorso é parzialmente differente sugli ultrabook di casa Apple poiché é evidente che la risorsa principale dei MacBook Air é la portabilità.
La casa di Cupertino ha fatto qualche calcolo prima di gettare l'idea di abbandonare la produzione di alcuni dispositivi. Secondo questa logica l'avanzamento e l'ingrandimento dello schermo portano l'abbandono della categoria Pro, dunque i grafici, designer, videomaker... fletterebbero le loro compere verso iMac e Mac Pro.
L'idea di un MacBook Air da 15" é geniale, così che chi necessita di un laptop per fare anche qualche lavoro grafico sarà in grado di eseguirlo tramite un ultrasottile. Ma a livello di prestazioni? Innanzitutto stiamo parlando di un ultrabook ergo l'efficienza della dissipazione viene meno dal momento in cui lo spazio interno é ridotto, dunque utilizzare un computer a 70˚C, con il rischio di overtemperature. Quindi sicuramente i portabilissimi di Apple non verteranno mai a prestazioni elevatissime (per quanto riguarda il calcolo) per il semplice motivo che non possono dissipare la quantità di calore che circola nel sottilissimo case d'allumino.
Precedentemente avevo introdotto la probabilità secondo la quale i MacBook Pro sarebbero stati rimpiazzati, effettivamente, l'unica cosa che porterebbe all'acquisto di un MacBook Pro é il poter lavorare a progetti complessi (video editing, disegno professionale, elaborazione audio...) anche lontani da una piattaforma fissa, oppure utilizzare un portatile come piattaforma fissa, ma gli esperiti sanno che é tutta una questione di schermo, sarà, infatti, più difficile lavorare su uno schermo da 13" piuttosto che su di un 15".
In conclusione: vedendo come Apple si sta comportando negli ultimi mesi, la mia ipotesi é quella in cui Apple abbandonerà i Mac Pro e i MacBook Pro da 13", immettendo una versione da 14" o da 15" di MacBook Air.
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