Nella prima parte abbiamo visto come il titolo sia potuto scendere ai livelli attuali, adesso entreremo maggiormente nel dettaglio: "Una delle cose importanti da capire è che parte della valutazione che il mercato da ad un'azienda è costituita dal valore, del tutto virtuale ed ipotetico, che si attribuisce al marchio. Apple ha vissuto una fase di protagonismo presentando una serie di prodotti innovativi, diventati poi "cool"; ha inventato un mercato nuovo ed ha inizialmente occupato tutto lo spazio di vendita del mercato. Ora questo mercato verde numerosi concorrenti, alcuni con tecnologia assolutamente paragonabile ed altri con quote di mercato maggiori. Le prospettive di vendita dell'azienda californiana erano e sono tutt'ora positive, comunque milioni di appassionati in tutto il mondo continueranno a rimanere fedeli al marchio, ma il fenomeno dell'esplosione dal 2007 con iPhone sarà improbabile ripeterlo."
Ma quanto ha influito la morte di Steve sul mercato Apple? Franco Busnelli risponde: "La storia personale di Steve Jobs ha sicuramente influenzato gli acquirenti, seguendo le vicissitudini legate alla sua malattia, le persone rendevano la questione più personale e certamente aumentava il potere di vendita da parte di Apple. Ma con la sua morte termina la fine della fase ciclica dell'azienda, non avendo più la spinta del potere di vendita del prodotto provocata da un fattore di "moda", ciò porterà gli iDevice ad essere sempre più di nicchia per smartphone, computer e tablet, come è stata la Apple in passato; questa situazione è dovuta dal fatto che, mentre Steve Jobs era in vita la concorrenza era ridotta, dopo la morte, per un normale processo evolutivo del mercato, i rivali sono aumentati. Fattore inevitabile: la concorrenza sarebbe aumentata a prescindere dalla morte di Steven. L'attuale managment non si è dimostrato all'altezza, la società perde, quindi, la spinta che veniva dalla capacità innovativa. È una storia che si ripete: Nokia è un'azienda che aveva il 65% delle quote di mercato telefonico essendo una delle uniche produttrici di telefonini, adesso è un'azienda che rischia il tracollo. Indubbiamente l'azienda di Cupertino è sovracapitalizzata, avendo la possibilità di deliberare un buyback di 60 miliardi di dollari ne dimostra la forza economica."
Come si è comportato il mercato nei confronti del titolo di Apple? "Ciò a cui gli azionisti fanno attenzione è che gli utili continuino a crescere mantenendo un trend, guardando l'incremento degli utili di Apple degli ultimi anni difficilmente possiamo sostenere una proiezione allo stesso tasso di incremento di crescita. Io personalmente – prosegue Busnelli – posseggo un iPhone. All'inizio della stroria degli iDevice ero certo della crescita di Apple, ora la società la valuto diversamente, difficilmente un tasso di crescita incrementale analogo. A questo punto l'azienda non parlerà più di vendita di massa ma di vendita ai possibili affezionati che rimane comunque un porzione limitata del mercato. Apple chiuderà i prossimi trimestri avendo lo stesso utile del quarto precedente, o, addirittura, inferiore e non potrà garantire una buona prospettiva al mercato; sicuramente continuerà a produrre utili ma non come una volta. Il mercato non apprezza questo genere di azioni, perché non pensa al valore attuale ma a quello futuro. Ovviamente il titolo non scenderà significativa nei prossimi mesi perché con la questione del buy-back Apple si potrà difendere, investendo il proprio capitale nel titolo. Gli analisti, gli azionisti e il mercato in se quando APPL valeva 700$ hanno prezzato tutti i potenziali utili che Apple ha fatto in seguito."
Il mercato non aspetta l'uscita del prodotto, il mercato guarda gli utili fruibili dal prodotto. Franco Busnelli, ci ha rassicurati dicendo che Apple non rischia il tracollo finanziario, ma potrebbe diventare, se non lo è già, come una qualsiasi azienda multinazionale produttrice di utili ma non da creare una nuova bolla, come in molti hanno sperato e tutt'ora sperano: "È palpabile il fatto che Apple non sia più fenomeno trainante. Il mercato oggi la valuta sulla base di utili e quote di mercato, che si ritengono note e misurabili. La finanza va fatta con la testa e non col cuore."
Apple potrà mai tornare a splendere come in passato? "Amazon.com, che è stata una delle aziende nella bolla delle ".com" nel 2000, era arrivata a valere 90$. AMZN, nel 1997 (anno in cui è entrata in borsa) quotava 1,50$ ad azione, tre anni dopo l'azienda valeva 60 volte il valore iniziale. Oggi l'azienda vale 250$, comprata ai prezzi massimi del 2000 porta ad oggi un rendimento del 12% annuo circa. Bene, peccato che nel frattempo ha quotato anche intorno a 10$ ad azione."
Ringrazio personalmente Franco Busnelli per averci concesso il suo tempo e i suoi anni di esperienza, non possiamo far altro che aspettare. Ma Google nel frattempo cosa farà?
Grandioso!
RispondiEliminaBen fatto, davvero! Bell'articolo, un po' drammatico sotto certi aspetti ma indubbiamente realista!
RispondiEliminaper quale agenzia lavora quest'analista? se va avanti così anche con i suoi portafogli può fare danni non indifferenti Quest'estate vedrò che Apple torna sui 650 appena presenta la nuova gamma!
RispondiEliminabell' articolo!!
RispondiEliminaOggi chiude in rialzo, io domani la compro la rivendo al prossimo Keynote.
RispondiEliminaAlessandro, mi auguro che tu non le abbia prese a 650, non ci torna più per lo meno, non nei prossimi 10 trimestri.
Io concordo col signor Busnelli, ma preferisco agire così.